- Scritto da Angelo Siciliano
L’IMPORTANZA DEL CANTO PER GLI ESSERI VIVENTI
I canti funebri e la gestione del lutto nella civiltà contadina
Evoluzione e uso del canto
Il canto è una forma di comunicazione, talvolta di un’importanza essenziale per gli esseri viventi sia per gli animali che per gli uomini. Tra gli animali primeggiano gli uccelli. E se l’uomo ha preso da secoli l’abitudine di tenerli in cattività, è principalmente per il loro canto, oltre che per la bellezza del piumaggio. Il canto degli uccelli, anche quello più melodioso – basti pensare al tordo bottaccio, all’usignolo, all’allodola, al merlo, al canarino, al cardellino, al verzellino – assume significati differenti. A seconda del momento o del periodo in cui esso è esternato può voler dire: richiamo per attrarre la femmina o per far rientrare il maschio al nido; controllo del territorio; avviso agli altri maschi di tenersi alla larga; comunicazione ai propri simili di un pericolo imminente; richiamo per i propri simili per formare un gruppo o mantenersi compatti nello stormo in volo.
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- Scritto da Angelo Siciliano
GLI ZINGARI E I CONTADINI DI MONTECALVO IRPINO
Come accade nella nostra civiltà postindustriale anche nel passato
gli extracomunitari erano mal tollerati.
Oltre mille anni di storia, anche tragica, degli zingari.
Nel primo millennio d. Cristo arrivavano i barbari, ad ondate successive, e depredavano, devastavano città e territori che andavano conquistando.Nel secondo millennio, in Europa, sono arrivati gli zingari, gruppi etnici nomadi e pacifici che s’industriavano per vivere. Se alcuni gruppi di barbari diventavano stanziali, e col tempo erano assimilati dalle popolazioni locali, gli zingari, invece, hanno sempre cercato di custodire gelosamente nei secoli la propria cultura, la propria identità e la propria libertà.
- Scritto da Angelo Siciliano
Per gioco cominciai a scrivere quanto qui è contenuto che solo successivamente si è venuto definendo come « progetto » di recupero culturale.Il proposito, all’inizio, era di recuperare dalla sabbia della memoria qualcosa che appartenesse al mio passato, anche lontano, e fermano nella mia lingua originaria, il dialetto montecalvese. Il risultato sarebbe dovuto circolare al massimo tra pochi intimi, tanto più che l’operazione riguarda un paese del l’Irpinia, terra questa senza una tradizione vernacola scritta. La cosa, invece, si è andata dilatando oltre misura. L’incoraggiamento poi,di alcuni amici, mi ha fornito gli stimoli giusti per un recupero creativo, il più possibile completo e fedele, di una cultura arcaica contadina, comune in certa misura a buona parte del Meridione e che è o sta per entrare nella memoria o nell’in conscio collettivo.
Si è trattato di un’operazione a tutto tondo, spesso con connotazioni antropologiche, e la varietà dei temi toccati, cunti, malisintenzie, detti e canti funebri, non ha consentito una uniformità di stile e di contenuto.
Ho ritrovato comunque un pia cere antico, quello di quando ragazzo inventavo storie per qual che coetaneo.La messa a punto dell’ortografia dialettale mi ha consentito nel contempo, di fissare il dialetto montecalvese che, a partire dagli anni Sessanta, ha subito un declino irreversibile e inarrestabile.
- Scritto da Angelo Siciliano
In questi componimenti, come negli altri in italiano, vi è il segno di una grande testimonianza per un Sud che appare “maledetto” e che non vuole morire, che non deve morire, che deve reagire. … Quest’opera è il frutto di una dolorosa diaspora, di un “tradimento” – il leitmotiv degli intellettuali sradicati fuggiti al Nord – nei confronti dei padri, delle madri, della terra, è il frutto di uno sradicamento che seppure ha prodotto una vita ricca di soddisfazioni personali e intellettuali, tuttavia non ha sanato una mancanza nostalgica. Angelo Siciliano, con il grande “monumento” che ha innalzato, un tributo d’amore alla sua terra d’Irpinia, dimostra di essere rimasto qui con il cuore, spesso anche con la mente. Le sue idee, i suoi sogni, le sue emozioni rivivono qui come a Trento e dimostrano che siamo sotto lo stesso cielo, uomini in attesa di un mondo migliore che non rinneghi il passato.