Fino al dieci giugno 2004 trovava ospitalità, presso la Sala Polifunzionale del Palazzo della Provincia di Trento, in Piazza Dante, la 3^ Biennale Europea del Paesaggio, con il titolo Sólo con Naturalezza, che ha attribuito il Premio Europeo di Paesaggio Rosa Barba 2003.Si trattava di una mostra inconsueta, voluta dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Trento, con i seguenti patrocinatori: Provincia Autonoma di Trento, Col-legi d’Arquitectes de Catalunya, Universitat Politècnica de Catalunya, Escola Tècnica Superior d’Arquitectura de Barcelona. Erano proposti al pubblico, mediante immagini luminose, tutti i progetti selezionati tra quelli presentati dagli architetti di vari paesi europei aspiranti al premio. I progetti erano stati tutti realizzati e quindi ciò che si osservava erano soprattutto le opere finite.La spagnola Rosa Barba Casanovas, cui è intitolato il premio, fu professoressa e visionaria appassionata. La sua fervida attività indusse lo Stato Spagnolo ad istituire il titolo accademico in materia paesaggistica e poi all’istituzione della Biennale Europea del Paesaggio di Barcellona, col coordinamento del COAC (Ordine degli architetti della Catalogna) e della UPC (Università Politecnica di Catalogna).

La mostra aveva tra le sue prerogative quelle di stimolare il desiderio, esplorare attitudini verso il naturale per capire ed apprendere le loro peculiarità, e riscoprirle come atti culturali nel processo di costruzione dell’ambiente.

La 3^ Biennale Europea del Paesaggio voleva trasmettere l’idea di paesaggio inteso come intermediario, attuale e sofisticato, nel reinventare i termini della nostra relazione con la natura.

La Giuria internazionale del premio aveva esaminato 500 progetti presentati dai concorrenti, selezionandone complessivamente 311. Dopo di ciò, i progetti erano stati separati e distinti in tre gruppi: 78 per il gruppo F, forze, 107 per il gruppo A, articolazioni e 126 per il gruppo S, supporti.

Per ciascun gruppo erano stati poi individuati 14 finalisti, per un totale di 42.

Tra i finalisti, la giuria attribuiva il primo premio ex-aequo a due progetti: Cardadariconsiderando una montagna, dello svizzero Paolo L. Bürgi; Giardino Botanico di Bordeaux, di Catherine Mosbach. Attribuiva anche una menzione speciale al progetto Strutture di protezione di frane in Islanda, dell’islandese Reynir Vilhjàlmsson.

Il premio del pubblico andava al progetto Sentiero della pineta di La Algaida, dello spagnolo Ramon Pico Valimaña.

Tutti i progetti esposti, alquanto articolati, interagiscono con l’ambiente e la natura.

Cardada riconsiderando una montagna indaga le possibilità che ha il “fascino” di indurre ad un maggiore e più profondo rispetto dell’ambiente. Focalizza un luogo d’incontro, un promontorio nel paesaggio, nuovi sentieri di collegamento, un sentiero del gioco e un osservatorio geologico.

Giardino Botanico di Bordeaux presenta fenomeni naturali e culturali ponendo in relazione l’uomo e l’ambiente vegetale. Favorisce la comprensione dei meccanismi relativi all’evoluzione nel tempo, sia sul piano ludico che pedagogico.

Strutture di protezione di frane in Islanda ha consentito la realizzazione di strutture protettive, sotto forma di cavalletti deflettori a ridosso di un quartiere abitato. Minimizzando al massimo il loro impatto ambientale, si è cercato di scongiurare frane e valanghe future sulle aree più popolate della città di Siglufjordur, situata nell’Islanda del nord, sul fianco di un fiordo e circondata da montagne di terra, alte 1000 metri, da sempre a rischio valanghe.

Sentiero della pineta di La Algaida collega tre unità ambientali distinte all’interno del Parco Naturale Bahia di Cadiz: la Salina de los Desamparados, la maremma vergine e la Pineta di La Algaida.

                        Zell, 23 giugno 2004                                                               Angelo Siciliano