La sera del 20 maggio 2010, nello Spazio Trento di Palazzo Firmian, sede della Banca UniCredit a Trento ed ex sede della Cassa di Risparmio (Caritro), si è tenuto, nell’ambito degli “Eventi arte cultura incontri” che questa banca va programmando, un vero e proprio spettacolo “TRENTO E VERONA - Emozioni dal territorio - Poesia dialettale & Vino”, in cui la lettura di poesie in dialetto trentino e poesie in dialetto veronese, inframmezzata dall’esecuzione di alcuni canti popolari, è stata abbinata alla degustazione di alcuni vini tipici dei territori delle due province. A fare gli onori di casa era il Presidente della banca, Romano Artoni, che riferiva ai presenti che affollavano la sala, che la proposta era partita un anno fa da Bruno Castelletti, avvocato veronese ma anche poeta, nonché collaboratore della banca. Poi si era venuto definendo il progetto: Elio Fox avrebbe curato la parte riguardante la poesia dialettale trentina e scelto tre poeti di propria competenza; Bruno Castelletti si sarebbe occupato della poesia dialettale veronese scegliendo a sua volta due poeti, facendo lui stesso parte del terzetto di propria competenza

.Artoni comunicava che la Banca UniCredit, seconda banca nazionale italiana, intrattiene rapporti d’affari con operatori e banche di diversi paesi esteri, ma non trascura la cultura al punto che alcuni locali di Palazzo Firmian, importante edificio rinascimentale di fine Quattrocento inizio Cinquecento, appartenuto a una delle famiglie nobili per alcuni secoli più influenti del Trentino, sono messi a disposizione per gli eventi culturali della città di Trento.

 
    
 
 

 
 

 
Seguivano gli interventi del vicepresidente della banca, Francesco Benedetti, che ribadiva anche lui l’importanza che riveste la cultura per l’immagine di una banca sul territorio, e quello di Mauro Marcantoni che, con sua moglie Lucia Cattani, si è occupato in passato del recupero dei canti popolari trentini.
L’intervento di Elio Fox era incentrato sull’importanza sempre attuale del dialetto, fondamentale come fatto identitario di una comunità, ma che deve essere lasciato libero, perché lacci e laccioli politici o burocratici potrebbero alimentare diatribe tra gli operatori culturali del settore e favorirne ancora di più il declino. Si soffermava sullo stato di salute, da ritenere buono, della poesia dialettale trentina, con tanti poeti ancora sulla breccia, e presentava i tre poeti prescelti: Antonia Dalpiaz, che, oltre alla poesia dialettale, si dedica anche alla scrittura di testi per il teatro e romanzi; Lilia Slomp Ferrari che ha pubblicato diversi libri di poesia, sia in dialetto che in lingua, ottenendo riconoscimenti anche a livello nazionale; Silvano Forti, la cui poesia dialettale è anche e soprattutto recupero della memoria.
 

 
Bruno Castelletti, nel suo intervento, parlava della sua passione per il dialetto e la poesia dialettale che ha sempre avuto e che, da qualche tempo, cura e porta avanti con maggiore assiduità. Presentava i due colleghi poeti prescelti: Bepi Sartori e Giampaolo Feriani. Delineava qualche differenza nel loro modo di fare e intendere la poesia dialettale: lui originario del Baldo, quindi della montagna, legato agli affetti e alla famiglia come riferimento imprescindibile; Bepi Sartori e Giampaolo Feriani, poeti della Bassa Veronese, con un respiro esistenziale più ampio, di grande vitalità, e tanta poesia dialettale prodotta negli anni.
Ad allietare l’evento con dei canti popolari era il musicista, nonché attore e regista teatrale della Filogamar di Cognola (Tn), Piergiorgio Lunelli, che, come preludio della serata e accompagnandosi con la chitarra, eseguiva subito due canti, il primo dei quali sull’emigrazione.
Dopo la prima lettura di poesie, in cui i poeti trentini si alternavano a quelli veronesi, Sandro Boscaini, Presidente del Gruppo Masi di Verona, con una produzione annua di oltre 9.000.000 di bottiglie di vino, un mercato nazionale e internazionale, che commercializza pure i vini all’Azienda agricola dei Conti Serègo Alighieri, discendenti, per parte femminile, del sommo poeta Dante, presentava un vino bianco del Veneto IGT, Possessioni Bianco del 2009, che definiva “vino da ciàcole”, gradevole al gusto, della Valpolicella, prodotto con uve Garganiga e Sauvignon.
Il Conte Gian Paolo Bossi Fedrigotti di Rovereto, a sua volta, presentava un Pinot Grigio del 2009, Valdadige DOC, anch’esso molto piacevole al gusto.
 

 
Dopo l’esecuzione di un’altra canzone di Piergiorgio Lunelli, seguiva la seconda lettura di poesie da parte dei sei poeti. Il senso poetico e lo spirito complessivo di questa serata ci restituiva gli affetti, la famiglia come valore, la nostalgia per la civiltà contadina, con i suoi usi e costumi, la bellezza dei sentimenti struggenti, l’appartenenza a dei luoghi cari, non immutabili ma in continua trasformazione, e il dialetto come collante di uno spaccato di memoria collettiva.
Seguiva la seconda presentazione di vini, con dei rossi d’annata. Sandro Boscaini presentava un Costasera del 2006 (annata 5 stelle), Amarone della Valpolicella Classico DOC. Un vino ricavato da uve passite, Negrar e Rondinella, totalmente fermentato, migliorato dalla muffa sinerea, la muffa buona, che attacca l’uva a Natale. È uno dei tre grandi vini italiani assieme al Barolo e al Brunello di Montalcino.
Il Conte Fedrigotti presentava un Fojaneghe del 2005, Rosso Vigneti delle Dolomiti IGT, primo bordolese ad essere introdotto in Italia, che ha compiuto cinquant’anni nel 2001.
 

 
Dopo altre due canzoni di Piergiorgio Lunelli, Mola zo la scaleta Rosina e Madonnina, scritta dal poeta dialettale trentino Italo Varner, la signora Lucia Letrari, figlia dell’enologo Letrari, girovago professionista del vino formatosi in Valpolicella, scusandosi per l’assenza del padre, impossibilitato a presenziare a questo evento, invitava tutti a un brindisi finale con lo spumante prodotto dalla sua famiglia, il Letrari Brut Riserva del 2005, Trento doc.
A conclusione della serata, i ringraziamenti e i saluti agli ospiti, da parte del Presidente della banca, Romano Artoni, che esortava tutti a visitare gli splendidi locali ai piani superiori di Palazzo Firmian, in cui si conservano diversi uccelli acquatici e rapaci impagliati, mobili antichi, splendidi affreschi con figure mitologiche, un lungo fregio a fresco cinquecentesco, caminetti decorati con putti e animali fantastici e stucchi a festoni policromi.
(Questo testo è fruibile nel sito www.angelosiciliano.com).
 
Zell, 22 maggio 2010                                                                                       Angelo Siciliano