Presentato il 13 aprile 2007

Il libro “COGNOLA, Comune autonomo (1900-1926)”

Presentato il 13 aprile 2007, nella sala Antonio Merz del Centro Civico di Cognola, da Umberto Saloni, Presidente della Circoscrizione Argentario, Salvatore Panetta, Assessore al decentramento del Comune di Trento, Gianko Nardelli, responsabile della Biblioteca dell’Argentario, Enrica Buratti, Presidente del Circolo Culturale Cognola, e da Claudio Tonina, docente della Scuola Media Argentario, il piccolo-grande libro di Maria De Paoli Tomasi, COGNOLA, Comune autonomo (1900-1926), traccia la storia di Cognola, quando era comune autonomo, vale a dire prima di diventare frazione di Trento nel 1926. Con l’autrice, io e mia moglie intratteniamo una trentennale frequentazione. Praticamente da quando ci facemmo la casa in collina venendo ad abitare a Zell. Con molto affetto – e solo un po’ di velata ironia – la chiamo “la mia mamma di Cognola”.

Ma lei, che ha figli e nipoti, da una vita scrive sui giornali locali dei fatti eclatanti della nostra comunità, di cui è la memoria storica vivente. Ricordo i tempi eroici di quando facevo parte della redazione del periodico di Cognola “Per un Nordest di Trento più vivo” e vi erano, oltre a lei, il direttore Bepino Agostini e il cav. Antonio Merz, la memoria vivente di allora, con le rare incursioni dell’imprevedibile battitore libero don Luciano Franch. E la parrocchia di Cognola, proprietaria della testata, nella persona del parroco di allora don Franco Mariotti, ci lasciava liberi di operare. Di quella testata (1982-1996), qualche cognolòto ancora si ricorda ed esterna qualche nostalgia.

Ebbi il privilegio di leggere questo libro, quando era ancora in fogli spillati e non mancai di incoraggiare Maria e spronarla affinché lo pubblicasse. E la pubblicazione si è materializzata grazie a Vincenzo Calì, ex presidente della Commissione cultura della Circoscrizione, con l’appoggio del presidente Umberto Saloni. Quindi, un libro da far arrivare nelle case delle famiglie di Cognola e frazioni, perché non tutto il passato vada perduto.

Certamente esso focalizza solo un piccolo segmento della storia di questa terra, ma è un inizio incoraggiante. Da queste parti passava la Via romana Claudia Augusta Altinate, che dal Veneto portava in Germania. Nel pianoro delle Marnighe, dov’è stato edificato il Centro Civico della Circoscrizione Argentario, nel 1525 fu soffocata nel sangue la “Guerra dei Rustici”, drammatica ribellione dei contadini contro le vessazioni e i soprusi dei principi vescovi, signori del Principato di Trento. All’inizio dell’Ottocento, probabilmente, transitarono da queste parti le truppe napoleoniche: lo comproverebbe una monetina francese dell’epoca, che rinvenni negli anni Ottanta nell’allora sterrata Via Camilastri.

È un libro che l’autrice ha costruito scavando nella memoria di questi luoghi, ascoltando la gente e cercando negli archivi privati e pubblici i documenti e le tabelle di dati che comprovassero i fatti riportati. Lo ha assemblato pazientemente come un puzzle, con la sua consueta carica di umanità, arricchendolo con foto e cartoline d’epoca. È una Cognola dimenticata e sconosciuta ai più, ancora contadina, di allevatori del baco da seta e di cavatori di lastre di marmo, con una viabilità da Medioevo, quella di questo libro. Basti pensare che nel 1925 il Comune dovette rinunciare all’acquisto di un’autolettiga, perché la stessa, in caso di necessità, non sarebbe stata in grado di raggiungere le frazioni, a causa di carenza o inadeguatezza delle strade. È una Cognola che straripa di umanità, di rapporti improntati alla solidarietà, lontanissima da quella attuale, stravolta dalla cementificazione e dal convulso sviluppo della viabilità.

Il libro parte dalle “Carte di Regola” che, sino all’inizio dell’Ottocento, fissavano le regole per la gestione dei beni comuni e di quelli individuali. Poi tali Carte furono modificate e nel 1805 Cognola, Villamontagna e Montevaccino diventarono Comuni di campagna. Nel 1900 l’Amministrazione austriaca attuò una riforma di questi comuni e Cognola diventava Comune autonomo inglobando Martignano, Montevaccino, Tavernaro e Villamotagna. In totale gli abitanti erano 2187. L’attività principale era quella agricola, con prevalenza della viticoltura. L’altra attività che dava da vivere era quella di cavapietre e scalpellini. A partire da dietro il Castello del Buonconsiglio e sino ai Solteri, e poi a salire verso Pila di Villamontagna, il territorio era disseminato di cave. Le condizioni di vita erano veramente grame, perché, nella seconda metà dell’Ottocento, la fillossera, parassita della parte radicale delle viti, distruggeva i vigneti costringendo i viticoltori a sostituire i vecchi impianti, e la malattia dei bachi da seta, la pebrina, falcidiava gli allevamenti come un’autentica calamità. E c’era da sempre il problema dell’acqua potabile che non si lasciava imbrigliare a monte, tra Zell e Moià.

Tuttavia, vi erano delle note positive alla fine dell’Ottocento: sul fiume Fersina si inaugurava nel 1890 la prima centrale idroelettrica di Ponte Cornicchio, che avrebbe portato l’illuminazione in Trento e la forza motrice in alcune aziende industriali; nel 1896 si inaugurava la ferrovia della Valsugana, che poi sarebbe arrivata sino a Venezia; grazie ai lavori fatti sul fiume, si promuoveva un’attività turistica organizzando visite alla cosiddetta Cascata dell’Orrido a Ponte Alto.

Si avvicinava la grande guerra del 1915-1918 e il 1913 fu un anno terribile. Imperversavano ancora la fillossera e la pebrina, e tra gli animali delle stalle si diffondeva l’afta epizootica. Nel 1914, scoppiata la guerra tra Austria e Serbia, dopo l’assassinio dell’arciduca ereditario Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia a Sarajevo il 28 giugno, tutti gli uomini validi erano mobilitati e partivano per il fronte. Le scuole erano trasformate in caserme e in giro erano state predisposte fortificazioni militari, prevedendo un’aggressione da parte dell’Italia. Durante la guerra gli uomini erano al fronte, molte famiglie di Cognola erano profughe in Moravia e chi era rimasto pativa la fame. Finita la guerra, il Trentino e l’Alto Adige erano annessi all’Italia. Si avviava una ripresa economica per il ritorno alla normalità e si procedeva al rimboschimento di monte Calisio.

Dal 1922 è al potere il fascismo e il 16 settembre 1926, con Regio Decreto n. 1798, il Comune di Cognola, dopo l’inventario dei propri beni immobili, dei beni mobili, dei crediti, dei debiti, rappresentati dai mutui passivi, e dei documenti, è aggregato al Comune di Trento.

Andando in giro per le frazioni di Cognola si riscontra ancora oggi qualche scritta murale, scampata alla distruzione, o alla ridipintura, come quella ben conservata di Moià e quella in pessimo stato di Zell, che attestano Cognola come Comune.

Il libro di Maria Tomasi non ha l’indice. L’autrice l’ha omesso volontariamente e così scrive nell’ultima pagina: “Nessuna storia finisce: questa è stata presentata senza indice, quindi programmaticamente infinita. Vuole essere una porta aperta che invita a proseguire”.

L’autrice, quindi, che non lancia sfide, fa un invito a qualche ipotetico appassionato di storia locale, a varcare idealmente la soglia di quella porta, a sedersi, per proseguire per proprio conto, con la scrittura, un cammino già iniziato e aperto ad altre prospettive. E sicuramente, la nostra comunità saprebbe apprezzare uno sforzo del genere e manifestare il proprio gradimento. E gioverebbe tanto anche ai giovani studenti delle nostre scuole, inondati da effluvi multimediali della quotidianità che stordiscono i sensi e disorientano il cervello, privandoli di fatto di ogni prospettiva storica. (Questo articolo è nel sito www.angelosiciliano.com).

 

Scheda del libro

Il libro di Maria De Paoli Tomasi COGNOLA, Comune autonomo (1900-1926), di 48 pagine, con 30 illustrazioni d’epoca in bianco e nero, impaginato da Antonio Mariotti, pubblicato a cura del Comune di Trento – Circoscrizione Argentario, è stato stampato in gennaio 2007 dalla litografia «Lineagrafica Bertelli Editori» di Trento.

Il libro si può ritirare gratuitamente presso la Biblioteca dell’Argentario.

 

IL FILO
 
Il filo di Arianna
entra corre esce
dalle canope su
giù per il Calisio
ricama tesse rinsalda
ce ne vuole
a fare intendere
che non trattasi
del tappeto di Penelope.
 
A Maria De Paoli Tomasi.

 

Angelo Siciliano, Zell 1994

Questa poesia è edita nella mia raccolta DEDICHE, 1994, delle Edizioni ARCA di Trento.

 

            Zell, 6 maggio 2007                                                                Angelo Siciliano