Quadratura del cerchio: Mostra di dipinti e sculture di Carlo Ciussi a Castel Pergine nel 2010

In concomitanza con la riapertura di Castel Thun in Valle di Non – castello pubblico arredato e uno dei più importanti d’Europa, promosso a evento culturale dell’anno –, si è inaugurata, il 17 aprile 2010, a Castel Pergine, magnifico maniero privato situato in cima a un colle, alle spalle dell’omonima cittadina della Valsugana, e gestito da Theo Schneider e Verena Neff con funzione di bar, ristorante e albergo in mezzo al verde, con una vista straordinaria su un crocevia di valli cinte da splendide catene di monti, la mostra Quadratura del cerchio. Essa propone opere d’arte di Carlo Ciussi e resterà aperta sino al 7 novembre prossimo. Un artista, Ciussi, gran protagonista come pittore dell’arte italiana del XX secolo, che ha scelto come riferimento creativo le città di Udine e Milano e ha festeggiato l’ottantesimo genetliaco, con una vasta bibliografia e un curricolo ampio di mostre personali e collettive in Italia e all’estero, comprese le partecipazioni alla XXXII e alla XLII Biennale d’arte di Venezia, rispettivamente nel 1964 e nel 1986.
La mostra è organizzata da Castel Pergine S.r.l. di Theo Schneider e Verena Neff, su progetto e allestimento del critico Franco Batacchi e Theo Schneider.
Franco Batacchi, presenti il sindaco di Pergine Valsugana Silvano Corradi e l’artista, così esordiva all’inaugurazione: «Anche quest’anno, si ripete il prodigio di una mostra di scultura a Castel Pergine. È quasi un miracolo, per l’impegno, il reperimento delle risorse finanziarie, il lavoro organizzativo e l’allestimento, con opere in buona parte realizzate appositamente per questo scenario. Intanto, si sta già lavorando alle mostre dei prossimi due anni. Per tutte queste difficoltà, le altre rassegne di scultura in Italia hanno cadenza biennale».
Diciassette le mostre degli artisti ospitati negli anni scorsi a Castel Pergine: Fabrizio Plessi, Davide Scararabelli, Toni Benetton, Giorgio Celiberti, Riccardo Licata, Carlo Lorenzetti, Mauro Staccioli, Francesco Somaini, Pino Castagna, Michael Deiml, Eduard Habicher, Piera Legnaghi, Romano Abate, Annamaria Gelmi, Nane Zavagno, Santorossi e Mirta Carroli. Tutti con un ampio curricolo alle spalle, noti nel mondo dell’arte, largamente editati e antologizzati.

Batacchi tracciava anche una sorta di bilancio e poneva in risalto un particolare significativo: le esposizioni di Castel Pergine attraggono verso l’arte contemporanea un pubblico generico (o generalista, come si dice oggi per la tivù), proveniente per metà dall’estero, ma l’impegno, mai venuto meno, è la proposta di artisti di indiscutibile qualità professionale. Esporre qui, ha sempre significato creare opere ad hoc, e artisti come Pietro Consagra e Giuseppe Maraniello, dopo dei sopralluoghi in questo ambiente, non hanno accettato la sfida e hanno rinunciato a esporre. Giò Pomodoro, purtroppo, se ne è andato prima di realizzare un progetto di mostra. Per Giuliano Vangi e Arnaldo Pomodoro, la particolare e impervia ubicazione del castello, che pone seri problemi per il trasporto delle opere, ha fatto slittare finora la realizzazione delle loro esposizioni. Tuttavia, conforta il fatto che ogni mostra qui realizzata risulta tra le prime dieci più visitate in Italia.
Carlo Ciussi, noto principalmente come pittore, è uno dei pochi artisti contemporanei, che, oltre a creare quadri o teleri, sappia produrre anche sculture che, pur nella coerenza tematica, conservano la propria autonomia nel processo ideativo ed esecutivo. Per l’occasione, espone 15 dipinti e 20 sculture in ferro di grandi dimensioni – per lo più di color ruggine, ma non mancano quelle policrome – che finora erano solo allo stato di piccoli modelli. È evidente lo sfoggio di un duttile talento progettuale e costruttivo, che sorprende l’occhio del fruitore appena entrato tra le mura del castello: la serie di cubi semi-incastrati sospesi in apparente equilibrio precario; la scala di elementi piramidali che ascende al cielo; la colonna di pesanti quadrati che si protende verso l’alto in un’apparente instabilità. Sempre ambientate attorno al castello, opere caratterizzate da linee curve sinusoidali con allusivo gioco di maschio-femmina, costruzioni tridimensionali e linee spezzate, volte a indagare lo spazio col gioco della sovrapposizione di numerosi triangoli. Sulle pareti dei saloni interni del castello sono attaccati i teleri, in cui prevale un astrattismo lirico informale, con quadrati o rettangoli ritagliati in superfici monocrome, non piatte, ma vibranti in una controllata metamorfosi geometrica.
Questa mostra, necessariamente, ha valenza antologica con pezzi differenti per stile – in cui si combinano astrazione lirica e geometria astratta – e rimandi talvolta a simboli primordiali col gioco di forme curvilinee, sinusoidali e spezzate.
Le opere sono tutte prive di didascalie, non per confondere o imbarazzare critici e fruitori, ma perché superflui nella filosofia creativa dell’artista.
Dei sessanta anni di creatività artistica di Ciussi, risaltano la progettualità, la disciplina nella ricerca, la capacità di rinnovarsi, il senso della misura, il perseguimento della qualità e la sapienza alchemica nel combinare senso poetico e cifra stilistica.

Batacchi scrive che Carlo Ciussi, “come a chiudere il cerchio (in realtà a quadrarlo)”, è ritornato ai quadrilateri, ma se in passato erano forme rigide che creavano scacchiere, oggi essi si fanno energie cromatiche, per avere un senso nell’era dell’elettronica ed essere trasmesse come figure inesistenti per empatia.
L’inaugurazione si concludeva con la performance del “Duo white”, composto da Gérard Widmer, suonatore di fujara, e Benijamin Dodel, suonatore di machine, provenienti dalla Slovacchia, che eseguivano, con i loro originali strumenti, musiche ancestrali ed evocative attinte a culture primitive, di cui la nostra civiltà ha perso memoria. Un’esibizione affascinante, eppure sorprendeva il chiacchiericcio di non pochi presenti, durante l’esecuzione musicale.
Come sempre, per salutare i numerosi ospiti accorsi per l’occasione, erano offerti un gradevole rinfresco e un buffet con specialità locali.
 
Scheda del catalogo
Il catalogo, di 120 pagine, curato da Franco Batacchi, Theo Schneider e Verena Neff, illustrato con foto a colori di Theo Schneider, contiene i testi del sindaco di Pergine Valsugana Silvano Corradi, dell’Assessore alla Cultura, Rapporti europei e Cooperazione della Provincia autonoma di Trento Franco Panizza e dei critici Franco Batacchi e Massimo Donà, tutti con traduzione in tedesco a fronte. È stampato da Publistampa Arti grafiche di Pergine Valsugana, Trentino Arte, nell’aprile 2010. Il prezzo è di € 20.
(Questo testo è fruibile nel sito www.angelosiciliano.com).
 
Zell, 10 maggio 2010                                                                                       Angelo Siciliano