Primo Levi, chimico, scrittore, ebreo, ex deportato ad Auschwitz, suicida a Torino, gettandosi nella tromba delle scale del suo palazzo, domenica, 12 aprile 1987. Non ha potuto resistere oltre al pesante fardello dei ricordi tragici del lager in cui fu internato, anche alla luce di fatti ricorrenti che attesterebbero che il mondo non ha memoria e la storia sembrerebbe non avere insegnato alcunché.

 

 

 

 

 

 

 

PER PRIMO LEVI: ALLA MEMORIA*

 

Un’implosione:

gli ebrei i nazisti il lager.

L’olocausto incombe.

 

Una chiazza di sangue

su un ballatoio del palazzo

diffusa da una tivù impietosa.

La gente gradisce cronache crudeli

 ci si schermisce.

 O Jahveh Jahveh, cos’hai permesso!

L'angelo che inviasti ad Abramo

che giocò con Israel, dov'era?

 Neutrini ci hanno attraversati:

ecco numeri sulle braccia.

Lusinga di una stella nana

non di un buco nero!