Karol Wojtyla, nato a Wadowice il 18 maggio 1920, eletto Papa il 16 ottobre 1978, è morto in Vaticano il 2 aprile 2005. È stato il primo Papa polacco, detto l’atleta di Dio anche per i suoi tantissimi viaggi per visitare i luoghi dimenticati e i diseredati del mondo. Ha posto l’uomo, la sua dignità e il valore della sofferenza al centro di tutto.

Tante luci e infiniti meriti gli sono riconosciuti. Tuttavia, qualche critica è stata mossa al suo operato: un eccessivo conservatorismo teologico all’interno della Chiesa, il rifiuto a discutere del matrimonio dei preti, la condanna dell’uso del profilattico, che pure potrebbe arginare il diffondersi dell’AIDS in Africa dove si contano a decine di milioni i sieropositivi.

A Roma è accorso qualche milione di fedeli per rendergli l’estremo saluto, ma nel mondo sono oltre un miliardo i cattolici che hanno trepidato per le sue condizioni di salute, nel periodo pasquale e nei giorni successivi.

Ma chi s’azzardava
a correggerti?
 
Fortemente hai inciso
nel murale della storia
cavalcando implosioni
ideologiche
scongiurando ad Est
il guerrone
senza fare sconti
al capitale selvaggio
multinazionale.
 
Fiaccola ardente di fede
e comunicazione mediatica
hai rischiarato filosofie
attivato poetiche
della conversione
della speranza del dialogo
della pace della libertà
della riconciliazione
rivitalizzato teologie
chiesto perdono
per qualche buio
trascorso della Chiesa.
 
Infine la tua fioca
indomita lucerna
mai rinunciataria
seppure scossa
provata nella fibra
ha pulsato luce
finché ha potuto
nei cuori dei Papa-boys
e di chi ancora
sa commuoversi.
 
 
Zell, 2 aprile 2005
 
Angelo Siciliano
 
Zell, 2 aprile 2005
 
Angelo Siciliano

 

 

 
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