Beatificazione e canonizzazione di S. Pompilio Maria Pirrotti

Il 26 gennaio 1890, Pompilio Maria Pirrotti è dichiarato beato da papa Leone XIII, al secolo Vincenzo Gioacchino dei conti Pecci (Carpineto Romano, 1810 – Roma, 1903), e il 29 dicembre 1898, Mons. Pompilio Pirrotti, pronipote del santo, invoca dallo stesso papa, già delegato apostolico di Benevento nel 1838, di Perugia nel 1841 e vescovo della stessa città dal 1846,cardinale dal 1857, camerlengo dal 1877 e papa dal 1878, un Distico che aggiunga “maggior gloria al Beato Pompilio Pirrotti” e maggiormente si diffonda la sua devozione. Papa Leone XIII,  che del beato Pompilio Maria Pirrotti è un estimatore devoto, essendo venuto lui stesso a Montecalvo nel 1839, 

in qualità di Delegato apostolico della Provincia di Benevento,su incarico della Sacra Congregazione dei Riti e in compagnia del Cardinale Giovanni Battista Bussi, per i Processi apostolici sulla vita e sulle virtù eroiche di Pompilio Maria Pirrotti, in cui i testimoni confermavano che il Pirrotti dialogava con i teschi del Sacro Cimitero della Chiesa del Purgatorio recitando con loro il Santo Rosario come se fossero vivi, non solo esaudisce questa richiesta, ma di Distici ne scrive addirittura quattro in latino.

In realtà si tratta di un componimento poetico di quattro strofe di diversa lunghezza, precedute da numeri latini, per un totale di 24 versi, che, nella traduzione in italiano di padre Mauro Ricci, ci rivelano la venuta a Montecalvo del futuro papa per ascoltare i testi, la dichiarazione di beato per Pompilio e l’esortazione ai fedeli ad essere degni della sua opera, perché Pompilio rifulge nel cielo come stella e illumina col suo fuoco le genti di ogni luogo.

È canonizzato da papa Pio XI (Desio, 1857 – Città del Vaticano, 1939), al secolo Ambrogio Damiano Achille Ratti, il 14 marzo 1934, il quale dice di lui: «…Seppe vivere con il fervore nella calma, e la calma nel fervore… La sua fu una missione, un dovere anzi un’opera di santifìcatore. Santificatore prima di tutto di se stesso secondo l’Istituto suo religioso e poi gran santificatore di anime nell’esercizio aperto e infaticabile del sacro ministero sacerdotale. E tutto questo non senza tempeste sollevate da calunnie e, spesso da interventi anche alti, altissimi, sempre sfuggite proprio coll’unità dello spirito che, sotto l’impeto della bufera, offre ogni sofferenza a Dio e perdona agli uomini. Sempre, in ogni circostanza il Beato continuava nell’adempimento del suo quotidiano dovere».

Da quel 1934 il mondo è totalmente cambiato. Lo hanno attraversato e duramente segnato imperialismi, ideologie e dittature, guerre sanguinose, immani eccidi e distruzioni. E indicibili crimini contro l’umanità, nei gulag, nei lager con le camere a gas e, infine, il lancio di due bombe atomiche su popolazioni inermi.

Le ondate migratorie, nei decenni, hanno alleggerito il Sud della propria gente, che aspirava a migliorare le sue condizioni di vita. Ma lo impoverivano inevitabilmente di affetti, cervelli e risorse.

Il XXI sec. si è aperto con nuove minacce, di stampo terroristico internazionale, nuove guerre e lutti. Ma la speranza, soprattutto nei giovani, non può, non deve morire.

San Pompilio, il Santo montecalvese, l’educatore dei giovani, è anche il Santo di Napoli, di Campi Salentina, degli Abruzzi, della scuola e della Carità. I montecalvesi, che deposero ai processi di beatificazione, anticiparono, con una certa enfasi, le conclusioni dei processi ratificando ciò che era considerato patrimonio comune: “Nato già santo dal ventre della madre”.