IL CUNTO “LA CHJIÉSIJA DI LU PRIJATÒRIJU”
POST CON VIDEO DELLA MIA LETTURA DEL CUNTO ANTICO IN DIALETTO IRPINO DELL’800
Questo cunto antico esisteva, con alcune varianti e differenti contestualizzazioni, anche in altri paesi irpini e forse, grazie alla rete della cultura orale, anche in paesi di altre province e regioni. Nei decenni ho raccolto in paese centinaia di cunti e filastrocche, per la maggior parte inediti. Tanti cunti riguardano i miti delle varie contrade, retaggio della civiltà agropastorale, sparita ormai da decenni, che affondava le sue radici nella storia sannitica e romana e nella tradizione dei tratturi. Un ricordo degli antenati e degli altri trapassati con questo mio testo, un cunto in dialetto irpino dell’Ottocento repertato nella cultura orale di Montecalvo Irpino.
LA CHJIÉSIJA DI LU PRIJATÒRIJU Annùccia, na sera, liticàvu |
LA CHIESA DEL PURGATORIO Annuccia, una sera, litigò col marito e le toccò passare
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Nota Questo racconto, la cui informatrice fu mia madre, Mariantonia Del Vecchio (contadina, 1922-2011), era narrato da sua nonna, nata verso la metà dell’Ottocento, la cui casa era in via S. Antonio. La chiesa del Purgatorio, che affacciava in quella che ora è Piazza della Vittoria, in cui erano esposte le ossa dei morti, era frequentata da S. Pompilio Maria Pirrotti, nato a Montecalvo Irpino, da nobile famiglia, il 29 settembre 1710 e morto a Campi Salentina (Le), il 15 luglio 1766, dove gli è dedicato un santuario. Egli era solito frequentarla da solo per recitarvi le preghiere e i teschi dei defunti rispondevano. Questo fatto è riportato nelle testimonianze raccolte per il processo della sua canonizzazione. La chiesa subì danni irreparabili col terremoto del 1930, per cui fu demolita e ne è rimasta memoria grazie a qualche foto e a qualche brandello della cultura orale che ho raccolto personalmente. Testo del 1987 di Angelo Siciliano tratto da “Lo zio d’America”, pubblicato dall’editore Menna di Avellino nel 1988.
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