- Scritto da Angelo Siciliano
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- Scritto da Angelo Siciliano
Il dialetto e il libro di Donato Muscillo
Donato Muscillo, in settembre 2010, mi recapitava con una mail, il suo libro formato word di 104 pagine, “Raccontare il poco – Biàt a códd iórë ca ént a sólchë spaccàt mórë”, edito da “ilmiolibro.it” del Gruppo editoriale L’espresso-Repubblica. Trattasi di un libro di “Versi, dialettali e non, su cose genzanesi”, come è riportato in copertina. Prima di addentrarmi nel suo contenuto, ritengo importante puntualizzare il discorso sul dialetto. A Genzano di Lucania (Pz), a inizio dicembre 2010 si teneva un convegno sul salvataggio del dialetto dal titolo “Il nostro dialetto può assurgere al rango di lingua?”.E si apprendeva dal web che il dibattito che ne scaturiva, dalla questione principale, posta dal tema del convegno, si spostava sul fatto che il dialetto genzanese non ha una tradizione scritta e quei pochi che si sono cimentati nella sua scrittura, l’hanno fatto liberamente, senza aver fissato un codice, vale a dire una convenzione grafica di scrittura. Tuttavia, i convegnisti erano d’accordo su un fatto: “Tutti plaudiamo all’iniziativa di Donato Muscillo che ha proposto la realizzazione di un centro di documentazione del dialetto, ma se non concordiamo una linea comune sui criteri di trascrizione non andiamo da nessuna parte”. Quindi, è giusto porsi il problema di una convenzione grafica di scrittura. Una questione del genere se la posero, diversi anni fa, i poeti dialettali del Trentino e la risolsero accordandosi su un
- Scritto da Angelo Siciliano
La ferrovia a Montecalvo Irpino e gli scheletri.
Per quanto riguarda la linea ferroviaria che attraversa il territorio montecalvese, ricordo che negli anni Cinquanta del Novecento, Giuseppe D’Agostino, Pèppu Maglióne, che aveva la masseria sopra la statale 90 bis, alla Malvizza di sotto, raccontava che, scavando delle buche per mettere a dimora delle piante di vite, erano venuti alla luce alcuni scheletri umani. Sosteneva che molto probabilmente si trattava dei resti d’operai, morti per incidenti sul lavoro nella realizzazione della galleria ferroviaria che, dalla contrada Olivara porta verso la stazione di Ariano Irpino. Asseriva che tale galleria era stata realizzata alla fine dell’Ottocento, da maestranze dell’Italia settentrionale.
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- Scritto da Angelo Siciliano
A.Siciliano – Sfilata del 7 aprile 1946. |
Una fotografia del 1946 Pietro Cristino fu proclamato sindaco di Montecalvo Irpino, il 7 aprile 1946, dopo la vittoria riportata, nei confronti del partito della Democrazia Cristiana, con la lista frontista della Spiga. Fu il primo sindaco democratico del paese. Oppositore del regime fascista, fu sottoposto a restrizioni severe delle libertà personali, a seguito della “ammonizione” della questura, motivata dalla sua accertata attività sovversiva. Sopportò con dignità ogni vessazione, compreso un breve arresto cautelare, in occasione delle nozze di S.A.R. il principe ereditario Umberto di Savoia, celebrate il 12 gennaio 1930. Intransigente oppositore del regime, divenne soprattutto un punto di riferimento morale per gli antifascisti montecalvesi e per quelli dei comuni vicini, perché col tempo ogni forma d’azione politica gli era impedita con ispezioni e controlli rigorosi di polizia. Suo figlio Giuseppe morì in Spagna nel 1941, prigioniero del dittatore Francisco Franco, per aver partecipato alla guerra civile spagnola del 1936-1939 nelle file delle Brigate Internazionali. La foto appartiene all’archivio di Agnese Cristino, moglie di Oreste e nuora di Pietro Cristino. Personalmente ho proceduto a ritoccarla con i colori. |