- Scritto da Angelo Siciliano
26 MEDAGLIE SACRE, UN PICCOLO CROCIFISSO
E OTTO MONETE DEL 1700 SARANNO ESPOSTI
IN AGOSTO 2007 NEL MUSEO POMPILIANO
DI MONTECALVO IRPINO
Ci restituiscono l’oro della memoria
Ero ragazzo quando cominciai a raccogliere alcuni reperti antichi tra le zolle, nella terra dei miei nonni paterni alla Costa della Menola, attorno al casino di Minòcchju, acquistato dal nonno Angelomaria con i dollari risparmiati grazie alla sua emigrazione negli USA, all’inizio del
- Scritto da Angelo Siciliano
Il Patriarcato a Montecalvo Irpino
L'amore, il matrimonio e la gestione dei rapporti sentimentali nella società patriarcale irpina.
Contrarre matrimonio significava legarsi per tutta la vita
Corteggiamento e amore nel mondo contadino arcaico
Per gli animali l’accoppiamento risponde a impulsi istintivi, quali l’attrazione verso il partner e l’esigenza naturale di dover tramandare la specie. Vi è indubbiamente un aspetto chimico, dovuto ai feromoni, ma conta pure quello estetico. Nel senso che un maschio in buona salute e di ottimo aspetto, capace di sbaragliare la concorrenza maschile, conquista la femmina per tramandare i propri geni alla discendenza.Per gli umani, conta sì l’attrazione fisica ma è quasi nulla quella chimica. Comunque, c’è qualcosa di molto importante che agli animali non è dato conoscere: l’amore, inteso come sentimento e non soltanto come sesso. E poi c’è un altro aspetto fondamentale: il sesso tra gli umani, oltre che per la finalità di procreare, è praticato nelle diverse stagioni della vita per il godimento che esso procura. Tra l’altro oggi, col Viagra, per i maschi in età avanzata, questo piacere s’è dilatato nel tempo, al punto da diventare per alcuni una vera e propria “dipendenza”.L’amore, anche nella società contadina arcaica, era prima di tutto un sentimento. A volte si poteva far ricorso a fatture d’amore e a filtri magici, ma in genere ci si innamorava come può succedere oggi, seguendo le tappe dell’attrazione, dell’innamoramento e del corteggiamento. Solo che- Scritto da Angelo Siciliano
LA TARANTELLA MONTECALVESE
Una danza arcaica che affonda le sue radici nei riti dionisiaci.
Dioniso, riti dionisiaci e loro repressione da parte del Cristianesimo
Dioniso era figlio di Zeus e Semele. Costei a sua volta era figlia di Cadmo, re di Tebe. Morta Semele, folgorata dallo splendore di Zeus, poiché Dioniso non era ancora nato, il padre degli dei estrasse il feto dal ventre materno e se lo infilò in una coscia. Una volta nato, Dioniso fu allevato da Ino e dalle ninfe del monte Nisa. Fattosi adulto, costituì un corteo festante di menadi, dette anche baccanti, satiri e sileni, per diffondere tra gli uomini il suo culto e la coltivazione della vite. Agli uomini avrebbe insegnato in quali proporzioni andava diluito il vino con l’acqua, giacché nell’antichità il vino era molto alcolico e in Grecia era fatto divieto di berne allo stato puro, poiché era considerato una bevanda pericolosa simile ad una droga. Il primo a scrivere del vino come un dono di Dioniso, fu Esiodo. Giunto a Nasso, Dioniso sposò
- Scritto da Angelo Siciliano
LA POESIA CHE SI FA IN IRPINIA
A proposito di un premio di poesia a San Potito Ultra
Parafrasando La poesia che si fa, titolo di un libro postumo di critica e storia poetica in Italia del poeta e critico letterario Giovanni Raboni, Milano 1932-2004, intitolo questo articolo a riguardo della poesia che si fa in Irpinia. In verità, quando si vive fuori da troppo tempo come il sottoscritto, di essa – ma anche del resto – non si conosce molto e quel che si sa arriva attraverso qualche eco lontana della stampa locale o, qualcosa di più, attraverso internet, navigando qualche sito o interloquendo in qualche blog, dove però ci si imbatte sovente in versi lagnosi, la cui elaborazione formale lascia a desiderare.
Leggi tutto: Dieci miei testi poetici ispirati all’Irpinia- Premio poesia a San Potito Ultra