Le Carrette del mare degli immigrati clandestini a Crotone

Alcune carrette del mare, utilizzate dagli immigrati clandestini per arrivare in Italia, sono state poste sotto sequestro dalla Guardia Costiera e ancorate nel porto di Crotone. Sono dei barconi da pesca, vecchi e malridotti, comprati per quattro soldi da scafisti senza scrupoli, che hanno trasportato dei disperati di varie nazionalità dalle coste africane alla costa ionica calabrese. Hanno pagato un prezzo salato questi disperati – pare che non vi siano stati morti lungo il tragitto – e ora sono ospiti del Centro di Accoglienza S. Anna di Isola Capo Rizzuto (KR), in attesa che la loro situazione trovi una qualche soluzione. Si tratta di persone che fuggono dalla guerra, dalle persecuzioni politiche ed etniche, dal non sviluppo, dalla mancanza di prospettive, dalla fame e dalla sete. Lo stato attuale delle

carrette del mare di Crotone è quello di natanti arrugginiti pieni di rifiuti, coperte e stracci abbandonati frettolosamente dagli occupanti al momento dello sbarco. Quello dell’immigrazione clandestina è un’emergenza non solo italiana e non riguarda solo i paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo. Alcuni ospiti del Centro di Accoglienza di S. Anna hanno utilizzato parte del loro tempo per dedicarsi all’arte e con le loro opere è stata organizzata una collettiva di pittura “Prove d’arte oltre confine” esposta per due volte a Crotone: dal 7 al 23 novembre 2007 nella Sala Margherita; dal 24 novembre al 6 dicembre 2007 nel Bastione Toledo. L’organizzatore è stato la Caritas Diocesana dell’Arcidiocesi di Crotone e Santa Severina, in collaborazione con l’associazione Misericordie e col patrocinio della Prefettura di Crotone e dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Crotone. Diverse erano le tematiche della mostra – e non poteva essere altrimenti – ma sostanzialmente all’occhio del visitatore risaltavano due filoni: uno in cui è evidente l’approccio con l’arte occidentale e un altro, primitivo, proprio della tradizione africana legata ai sentimenti e agli eventi naturali. Ma il fatto straordinario è che delle persone, con una cultura lontana dalla nostra, in una situazione esistenziale tanto difficile e con problemi enormi da risolvere, cerchino attraverso l’arte una qualche sublimazione e un’apertura verso il nostro mondo.

 Crotone, 5 dicembre 2007                                          Angelo Siciliano

 

 

 

 

 

 

 

Una mostra di pittura al Bastione Toledo – Una mia poesia

D’ARIA E DI VENTO

 
D’aria e di vento è il nome
nella buia quiete delle stelle
oltre l’amore l’odio l’indifferenza
idee vaghe come il deserto…
 
Le navi, macché navi!,
carrette del mare senza un nome
bandiere di apolidi sfigurati
nella notte torva senza data
marchiata da trafficanti senza nome
di emigranti droga ignare prostitute
allietata da fantasmi rapinosi
vengono da paesi senza nome
dove l’inferno è innominato
a solcare onde anomale
uomini donne bambini inermi
per una scommessa anonima
epopea per un eden ipotetico
il passato che torna emigrante
iniquo schiavo clandestino
approdano in un luogo senza nome
dove convivono genti sconosciute
intrecci complicità conflitti tollerati
il malessere dell’anima non ha nome.
 
D’aria e d’umori è la tempesta
alimentata da odi tormentosi…
 
Ma la fame che uccide ha un nome
la guerra perenne ha un nome
l’AIDS che infetta ha un nome
la malaria in agguato ha un nome
la siccità che acceca ha un nome
il clima impazzito ha un nome
l’ambiente devastato è di tutti
la disperazione ha un nome
l’intolleranza ha un nome
viatico della xenofobia
e la speranza tuttavia ha un nome.
 
D’aria e di vento è il nome
come chi lo scrisse lo pronunciò
ideando lame di cristallo
nell’indifferenza coscienziosa.
Nella tempesta che sarà
chissà se e quando saremo
noi nominati…
 
Krotone, 10 dicembre 2007
Angelo Siciliano