- Scritto da Angelo Siciliano
Auschwitz : Simbolo delle sinergie dello sterminio,delle atrocità, delle perversioni, della crudeltà umana.
Auschwitz nel vissuto e nel racconto di Primo Levi
Ad Auschwitz, nome tedesco della città polacca Oświecim, in Galizia, ad ovest di Cracovia, le vittime furono quattro milioni. Un numero spaventoso.Sede di quattro campi di concentramento, costruiti nel 1940, dopo la fine della seconda guerra mondiale il governo polacco vi ha allestito il Museo dei campi di sterminio. Nell’introdurre il suo romanzo autobiografico Se questo è un uomo, in cui tratta della propria deportazione e di quella d’altri sventurati, Primo Levi così esordisce: “Per mia fortuna, sono stato deportato ad Auschwitz solo nel 1944”.
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- Scritto da Angelo Siciliano
Storia e descrizione di questa immagine simbolica
Una bandiera è un drappo di stoffa si può leggere nel vocabolario , ad uno o più colori variamente disposti, spesso con stemmi o altri segni, attaccato ad un’asta. Grazie a quest’asta la si può sventolare. In cima ad un pennone si può ammirarla nel suo garrire al vento. E ora che i paesi dell’Unione Europea, dal primo maggio 2004, da quindici sono diventati venticinque, è un vero piacere, non solo per gli occhi, ma anche per lo spirito, potere ammirare davanti ai luoghi istituzionali così tante bandiere, nei loro variopinti e festosi colori. Nella storia umana non si riscontra un altro simbolo, cui siano stati attribuiti così tanti significati, a volte tragici, a volte gloriosi. A seconda dei punti di vista, una bandiera può essere odiata perché la si identifica col nemico, e fatta oggetto d’incendio in pubblico, oppure amata fino al sacrificio di sé. Per una bandiera, sotto i suoi colori, si sono combattute guerre sanguinose e spesso dei soldati si sono coperti di gloria. Per la patria, si dice. E questa, la terra dei padri fondatori della società nazionale, ne riconosce le gesta, li copre di onorificenze e i più valorosi li ricorda nei testi di storia.
- Scritto da Angelo Siciliano
Poesie dialettali
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- Scritto da Angelo Siciliano
INTERVISTA AD ANTONIO SMORTO RAGAZZO DI 94 ANNI
Le sue vicende personali s’intrecciano con la storia civile e politica di Montecalvo Irpino* Antonio Smorto vive da diversi anni in Veneto, a Castel D’Azzano (VR).
Antonio Smorto
Lo ricordavo molto vagamente. Era piena guerra fredda tra USA e URSS, e una sera a Montecalvo Irpino (AV), paese dell’Alta Irpinia, doveva essere il 1956, in occasione dei fatti d’Ungheria, nella casa di ‘Nduniùcciu Shcatulìnu giù ai Fossi, di cui esiste solo un rudere dopo il terremoto del ’62, egli proiettò delle diapositive sulla seconda guerra mondiale. Eravamo presenti in tanti a quell’evento, molti adulti e anche noi bambini. Mi rimasero impresse le images agghiaccianti dei lager nazisti e delle fosse, da cui erano estratti i cadaveri dei deportati denutriti, soprattutto ebrei, che evidentemente erano stati seppelliti in fretta, solo perché non si era riusciti a farli sparire
- Scritto da Angelo Siciliano
Sir Anthony o Tony, Antonio, Pappano, direttore d’orchestra di fama internazionale ha origini montecalvesi. Direttore musicale della Royal Opera House del Covent Garden a Londra,
a Roma dirige l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Sua madre, Maria Carmela Scinto, che vive negli USA, ha visitato Montecalvo Irpino, paese del suocero Antonio Pappano, che emigrò a Castelfranco in Miscano (Bn) agli inizi del ‘900.
Di Mario Aucelli
Di Sir Antonio Pappano, notissimo personaggio internazionale di origini montecalvesi, fino a qualche anno fa in paese non se ne conosceva la “provenienza”, né l’esistenza.