- Scritto da Angelo Siciliano
Rassegna stampa
Pubblicato su Altirpinia il 30/09/2004 n. 17
"Il volume 7 di FERMENTI, l’antologia di poeti italiani
Pubblicato su Altirpinia il 31/01/2005 n. 02
Un patrimonio ritrovato nel dialetto irpino dell’Ottocento.
- Scritto da Angelo Siciliano
Sono ormai diversi anni che il FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, fondazione nata nel 1975, impiega le sue energie per il recupero, la tutela e la gestione di beni architettonici e ambientali con l’obiettivo di salvarli dal degrado e dall’abbandono o peggio dalla distruzione, per offrirli alla fruizione da parte del pubblico. Il FAI riceve in affidamento i beni dai privati e, dopo averli recuperati, li gestisce senza fine di lucro. I fondi che raccoglie attraverso le quote degli associati, le donazioni e le sponsorizzazioni non raggiungono, purtroppo, quasi mai la cifra necessaria per tutte le manutenzioni ordinarie e straordinarie di cui necessitano i beni in gestione che sono molte decine, sparsi in tutte le regioni d’Italia.L’immobile più importante che il FAI gestisce in Trentino è il Castello di Avio, che si trova a Sabbionara d’Avio, noto per la sua sagoma bianca e gli affreschi medievali.
- Scritto da Angelo Siciliano
I soci del FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, il pomeriggio di mercoledì 5 ottobre 2005, nonostante la pioggia insistente e fastidiosa, o forse proprio per questo, sono accorsi numerosi al primo appuntamento del programma autunnale che prevedeva la visita a due palazzi e una degustazione in castello. Promotori dell’operazione erano i soci FAI di Rovereto, che si avviano a costituire una Delegazione FAI autonoma nella loro città.Le visite previste riguardavano due importanti palazzi roveretani privati, situati in Piazza Malfatti, l’ex Piazza del Grano, e appartenuti a due famiglie nobili. Rispettivamente i Del Ben, che furono mercanti prima di diventare nobili, e i Pizzini, il cui capostipite era stato inizialmente dentista dell’imperatore, prima di immettersi negli affari. Hanno fatto da guida, nel primo palazzo il geometra Renzo Falqui Massida, che n’aveva diretto i lavori di restauro, nel secondo l’architetto Manuela Bruschetti, che ha il suo studio assieme ad altri colleghi proprio nel palazzo
- Scritto da Angelo Siciliano
- Scritto da Angelo Siciliano
Si è inaugurata la mattina del 30 maggio 2009, a Torre Vanga di Trento, la mostra Quadri a fiori e frutti, con quadri di natura morta che fanno parte degli arredi di Castel Thun, in Val di Non, di alcune raccolte venete e delle collezioni di alcuni musei trentini, la cui durata è prevista fino al 12 luglio 2009. Una mostra singolare e inusuale, di opere barocche rappresentate da dipinti su tela di artisti che operarono tra Seicento e inizio Settecento. Il termine “natura morta” fu adottato in Italia alla fine del Settecento come traduzione impropria del termine olandese still-leven, che significa natura immobile, vale a dire rappresentazione di soggetti inanimati in contrapposizione a quella con le figure umane. I dipinti di natura morta, quindi, ritraggono frutta, fiori, ma anche oggetti, pesci, molluschi, cacciagione e animali da cortile. Essa si presentò verso la fine del Cinquecento, stimolata dalle scoperte archeologiche e dall’osservazione scientifica d’inizio secolo. Infatti, se è probabile che Raffaello, che decorò con
Leggi tutto: Mostra a Torre Vanga di Trento di dipinti barocchi di natura morta